“La Russia paga gli opinionisti italiani”, così la propaganda del Cremlino arriva nella nostra tv.

“La Russia paga gli opinionisti italiani”, così la propaganda del Cremlino arriva nella nostra tv.

Maggio 12, 2022 Off Di Redazione

“Opinionisti ed invitati tv al soldo di Putin per parlare in modo fazioso della guerra in Ucraina” è questo il sospetto del Copasir, il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che ha spinto a programmare delle audizioni per far luce sulla vicenda.

Nei prossimi giorni il Comitato Parlamentare sentirà il direttore dell’Aisi Mario Parente, l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes e il presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella per chiedere conto di chi e con quale criterio sceglie gli opinionisti dei talk show che si occupano della guerra. Solo il primo maggio ad esempio, sono andate in onda in prima serata contemporaneamente su Rete 4 e La7 rispettivamente un intervista al Minstro degli Esteri russo Sergej Lavrov e quella alla giornalista Solovyev, entrambi sottoposti a sanzioni da parte dei membri dell’Unione Europea.

“La realtà qual è? E’ che la Russia – dice Elio Vito – utilizza la disinformazione come strumento di ingerenza nelle democrazie liberali per influenzarne processi elettorali e processi decisori. E per esercitare un’attività di influenza sull’opinione pubblica attraverso la quale influenzare parlamenti e governi. Questa non è una minaccia – ribadisce – è una realtà che è stata rilevata e denunciata anche al Parlamento italiano. Le istituzioni europee hanno anche individuato delle strade per contrastare la disinformazione e noi del Copasir vorremmo rappresentare all’amministratore delegato della Rai e al presidente dell’Agcom proprio l’attività di ingerenza che va avanti da tempo e che si è intensificata con lo scoppiare della guerra, perché in ballo ci sono la decisione dei paesi europei nel sostenere le sanzioni alla Russia, da una parte, e gli aiuti militari all’Ucraina per difendersi, dall’altra”. Fonte ADN Kronos

Riflettori puntati anche sulla giornalista russa Nadana Fridrikhson, voce della tv di Putin, ormai quasi ospite fissa su Rai 3 nel programma Carta Bianca di Bianca Berlinguer, ma anche di diversi programmi in onda su La7. Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per le politiche di sicurezza, ha spiegato cosi la decisione di mettere al bando Russia Today e l’agenzia Sputnik, definendo le due testate: «armi nell’ecosistema di manipolazione del Cremlino», che «bombardano le menti e gli spiriti: l’informazione è il combustibile della democrazia. Se l’informazione è di cattiva qualità, anche la democrazia è di cattiva qualità».

La libertà di informazione va sempre salvaguardata, ma il rischio che la televisione italiana si trasformi un uno strumento di propaganda è reale e va affrontato. Per il momento l’obiettivo è capire come vengono scelti gli opinionisti e gli ospiti, e vedere se questi vengono proposti da personaggi esterni alle redazioni dei programmi.