La nuova regola di Facebook è una vecchia bufala

La nuova regola di Facebook è una vecchia bufala

Giugno 8, 2020 Off Di Redazione

Ci sono bufale legate all’attualità ed altre che si ripropongono ciclicamente come quelle su Facebook e le sue regole. Dopo la fake news sul social che diventa a pagamento ed il metodo per arginare l’algoritmo, la bufala sulla nuova regola di Facebook punta a diventare un classico.

Nell’ultima versione è stato aggiunto al testo un riferimento al coronavirus in modo da rendere tutto più attuale, ma il testo resta un mare di sciocchezze.

La nuova regola di Facebook “inizia domani”?

Nella confusione intorno al Covid 19, non dimenticate che domani inizia la nuova regola su Facebook secondo cui le nostre foto possono essere usate. Ricordate che la scadenza è oggi.

Ma domani quando? Il fatto con non sia indicata una data precisa gia basterebbe a far capire che si tratta di una sciocchezza. Se questo testo va diffuso con il copia e incolla è evidente che scrivere che “la scadenza è oggi” diventa una frase senza senso.

“Possono usare tutto contro di noi”

Il testo prosegue con uno sgrammaticato avviso che fa leva sulla paura:

Possono essere usate in cause legali contro di noi. Tutto quello che abbiamo pubblicato oggi diventa pubblico, anche i messaggi cancellati. Non ci vuole nulla a fare un semplice copia e incolla: meglio al sicuro che dispiacersi.

Ma perché dovrebbero usare le foto delle nostre vacanze o quelle del compleanno di nostro cugino per delle cause legali contro di noi?

Al di la del testo tradotto usando Google Traduttore va chiarito un concetto importante:

Tutto ciò che pubblichiamo sui social diventa “pubblico” nel momento stesso in cui appare on line e non sarà certo questo post copiato e incollato ad impedirlo.

Se avete offeso qualcuno tramite i social il vostro problema non è la nuova regola di Facebook (che non esiste), ma la Polizia Postale perché avete commesso un reato.

Una sentenza della Cassazione sgombra il campo da ogni equivoco: offendere qualcuno anche in una chat privata o di gruppo è reato, minori compresi. Per i Supremi giudici, che sono intervenuti in un caso avvenuto a Bari, si tratta di diffamazione proprio come già accadeva in altri contesti, sia verbali che scritti, e soprattutto sui social per i quali vale l’aggravante del fatto che si agisce in un contesto pubblico. Nessuno sconto, dunque, in ragione della “privacy”.

(Fonte)

La vecchia bufala sull’autorizzazione ad usare i propri dati

Dopo questa premessa il testo ripropone la vecchia bufala sull’autorizzazione negata a Facebook ad utilizzare le proprie foto, post, ecc.

Parliamo di un testo che circola dal 2012.

“Non permetto a Facebook né a nessuna formazione relativa a Facebook di usare le mie foto, informazioni, messaggi o post, sia del passato che in futuro”. Con questa dichiarazione, do una notifica a Facebook che è rigorosamente vietato rivelare, copiare, distribuire o intraprendere altre azioni contro di me in base a questo profilo e/o sui suoi contenuti. Il contenuto di questo profilo è informazioni private e riservate. La violazione della mia vita personale può essere punita dalla legge.
Nota: “Facebook” ora è un’entità pubblica. Tutti i membri dovrebbero pubblicare una nota come questa.
Se preferisci, puoi copiare e posizionare questa versione. Se non pubblicate la dichiarazione almeno una volta, consentirai silenziosamente l’uso delle tue foto e le informazioni contenute negli aggiornamenti dello stato del profilo. Non ” condividi “, ma ” copia+incolla “.
Il loro nuovo algoritmo sceglie le stesse persone -intorno alle 25- che leggeranno i tuoi post.
Per questo:
Tieni giù il dito ovunque in questo post e verrà fuori copia. Clicca su Copia, poi vai sulla tua pagina, inizia un nuovo post e metti il dito ovunque nel campo vuoto. Incolla verrà fuori e ci clicchi sopra.
Questo bypasserà il sistema.
Non permetto a Facebook di condividere nulla di mio che ho messo sul loro sito web. Foto, attuali o passate, post, numeri di telefono o e-mail… assolutamente nulla può essere usato in nessuna forma senza il mio permesso scritto o contenuti verbali.

Pubblicare questo post sul proprio profilo Facebook è assolutamente inutile.