
LA FOTO CHE PIACE TANTO AGLI ODIATORI DEL WEB POTREBBE FAR INVALIDARE IL PROCESSO
Luglio 29, 2019“In Italia si indignano perché hanno bendato un assassino” è questa la frase che accompagna un fotomontaggio che mostra immagini di persone bendate riprese insieme a poliziotti e personale delle forze dell’ordine di altri paesi.
Questa immagine, diffusa ad arte per fomentare l’odio e creare facile indignazione sul web non mostra persone bendate durante una interrogatorio, ma persone che vengono portate via dalle forze dell’ordine.
Si tratta di una situazione diversa in cui la benda può essere stata applicata per diversi altri motivi, non ultimo quello di tutelare la privacy dell’arrestato, non rendendo il suo volto riconoscibile durante il trasferimento.
La foto del cittadino americano bendato e chino sulla sedia, da trofeo di caccia dei giustizieri da tastiera (” hanno bendato un assassino “), rischia invece di trasformarsi in un incredibile boomerang che potrebbe rendere nullo l’interrogatorio e gettare le basi per un annullamento del processo.
Secondo quanto previsto dall’articolo Art. 144 cpp, comma 6bis 6-bis:
È vietata la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica
e non solo, l’Art. 188 stabilisce che:
Non possono essere utilizzati, neppure con il consenso della persona interessata, metodi o tecniche idonei a influire sulla libertà di autodeterminazione
e nell’Art 191 si legge che:
Le prove acquisite in violazione dei divieti stabiliti dalla legge non possono essere utilizzate [26, 62, 63, 103, 197, 203, 234 3, 240, 254 3, 267] (1).
2. L’inutilizzabilità è rilevabile anche di ufficio in ogni stato e grado del procedimento.
2-bis. Le dichiarazioni o le informazioni ottenute mediante il delitto di tortura [613-bis, 613-ter c.p.] non sono comunque utilizzabili, salvo che contro le persone accusate di tale delitto e al solo fine di provarne la responsabilità penale (2).
In Italia (come in molti altri paesi) la tortura è vietata e la deprivazione sensoriale (ovvero bendare qualcuno) durante un interrogatorio rientra ufficialmente fra le forme di tortura vietate dalla legge.
Lo stesso stato maggiore dell’arma dei carabinieri ha preso ufficialmente le distanze da tale pratica.
Ma non solo, le conseguenze della diffusione di quella immagini potrebbero fare annullare il processo, come dichiarato dal avvocato penalista americano Alan Dershowitz, che ha dichiarato che:
il killer reo confesso del carabiniere Mario Cerciello “ha subito un trattamento illegale: il suo legale usi quella foto per annullare il processo“
come riportato in questo articolo anche da IL GIORNALE: