
Giulio Tarro e i tanti dubbi sul suo curriculum
Aprile 26, 2020Candidature fantasma al nobel, pubblicazioni su riviste non riconosciute, onorificenze ricevute da università inesistenti. Ecco i tanti punti oscuri del curriculum di Giulio Tarro.
Giulio Tarro è sicuramente il personaggio del momento, le sue teorie sul coronavirus che “scomparirà da solo in estate” stanno facendo il giro del web, ma chi è il virologo che è andato ospite di Giletti a «Non è l’Arena»?
L’ex primario dell’Ospedale Cotugno di Napoli, ha più volte sostenuto che il “lockdown è senza senso, perché dobbiamo usare le armi di questo Paese, il sole e il mare per aiutarci a guarire“. Secondo lui piuttosto che la quarantena sarebbe molto meglio “andare in vacanza invece che rimanere in casa col contagio familiare“.
Una tesi contro corrente che baserebbe la capacità di far danno del covid-19 sulla temperatura. Secondo Tarro: “in Africa la malattia non sta attecchendo perché fa caldo“. Stando ad un rapporto della Commissione economica delle Nazioni Unite però, le cose in Africa non starebbero cosi anzi.
Il documento stima che nel continente nero la pandemia potrebbe fare fino a 3,3 milioni di vittime.
La Società Italiana di Immunologia: “Tarro? E’ un falso esperto”.
A causa di queste dichiarazioni la Siica (Società Italiana di Immunologia, Immunologia Clinica e Allergologia) ha emanato un comunicato contro Giulio Tarro, definendolo uno “scienziato di modestissima caratura” e soprattutto un “falso esperto”.
Negli anni ’80 Tarro fu espulso proprio dalla Società italiana di immunologia, Tarro, per lo scarso rigore scientifico dei suoi studi.
Nel comunicato si legge:
Il bailamme mediatico sul covid-19 non si è privato della comparsa di Giulio Tarro, scienziato di modestissima caratura, autoproclamatosi candidato al premio Nobel per scoperte ignote alla comunità scientifica, falso esperto che ha ad esempio infilato nella trasmissione “Non è l’arena” una serie di opinioni personali fra sciacallaggio e becero ottimismo.
Chi cita le sue opinioni o lo interpella avrebbe il dovere di controllare il suo curriculum scientifico o almeno Wikipedia, dai quali sarebbe venuto a conoscenza che buona parte di quanto abbia detto risulta essere falso in tempi normali, ma notitiae criminis nel dramma che il paese vive!
e ancora:
Avrebbe anche appreso che Tarro ha sostenuto cure senza fondamento scientifico. Per questa sua dubbia reputazione e scarsa rigorosità scientifica, già negli anni 80, Giulio Tarro è stato espulso dalla Società Italiana di Immunologia, allora Gruppo di Cooperazione in Immunologia.
“Le sue pubblicazioni? Su riviste non accreditate”
Sul tema delle pubblicazioni la comunità scientifica è molto ferrea in merito, ritenendo attendibile solo riviste che osservano un rigoroso criterio di pubblicazione. Riguardo agli articoli publicati da Tarro la Siica scrive:
Giulio Tarro, negli anni recenti, ha partecipato solo a quelle che nella letteratura scientifica internazionale sono definite “predatory conferences” e ha ricevuto “predatory prizes”, l’equivalente insomma delle “fake news” in rete.
“Non è mai stato candidato al Nobel”
Eppure Tarro viene invitato in tv come esperto in materia, due volte candidato al premio Nobel. Ma anche su queste candidature, sembra esserci qualcosa che non torna. Le candidature al premio nobel non sono pubbliche e vengono rese note dall’Accademia solo 50 anni dopo l’anno di premiazione.
Come ha fatto Tarro a sapere di questa sua presunta candidatura, non riportata da nessuna parte?
“La lauree honoris causa? Conferite da un Università inesistente”
Anche sui alcuni titoli onorifici vantati dal professor Tarro ci sono ombre. In questo articolo del quotidiano L’Espresso ad esempio si legge:
Le lauree honoris causa che Tarro dichiara di possedere provengono da entità pittoresche come l’Università Costantiniana di Cranston che lo ha insignito – scrive nel suo curriculum -di un “titolo honoris causa” in bioetica nel 1996, “Università” che fu al centro di una polemica proprio con Albert Sabin, il virologo che trovò il vaccino per la poliomelite di cui Tarro fu allievo.
(…)
Sabin, evidentemente alterato, scrisse anche all’Ambasciata statunitense a Roma per chiedere quale fosse lo status giuridico dell’Università e per tutta risposta gli venne ricordato che non si trattava di una università riconosciuta ma di un ente filantropico.
La “Commissione per la Virosfera” di cui Tarro sarebbe presidente, non esiste.
In questo articolo della Adnkronos si legge che Giulio Tarro sarebbe stato nominato presidente della Commissione per al Virosfera dell’Unesco.
Alla nomina lo studioso avrebbe dichiarato:
“Sono onorato di questo incarico. Mi è stato affidato il compito di designare gli altri componenti della Commissione e pianificare programmi e progetti, anche dal punto di vista della comunicazione. In questo ambito, l’Unesco ha chiesto di fare rientrare nella sua organizzazione anche la Fondazione Beaumont Bonelli da me presieduta, che si occupa di ricerca medica e la cui sede è stata recentemente istituzionalizzata presso la prestigiosa Certosa di Padula”.
Sulla nomina ha indagato l’Espresso che in sempre in questo articolo scrive:
Enrico Vincenti, Segretario Generale per la Commissione Nazionale Italiana dell’Unesco ci ha scritto: “da una verifica effettuata presso il Segretariato dell’Unesco a Parigi è risultato che all’interno dell’Unesco non esiste un comitato per la virosfera e che l’UNESCO non ha alcuna associazione con il Prof. Giulio Tarro“.