
George Floyd “Il poliziotto che lo ha ucciso è un attore”. La bufala su Ben Railey.
Giugno 15, 2020George Floyd non sarebbe mai morto e il poliziotto che avrebbe inscenato la sua morte sarebbe un attore, è questa l’ultima assurda teoria del complotto che circola in rete.
Secondo i complottisti Derek Chauvin, l’agente della polizia che ha provocato la morte di George Floyd inginocchiandosi sul suo collo, non esiste. L’uomo in divisa protagonista del video che ha fatto il giro del mondo sarebbe in realtà Ben Bailey, un attore (che effettivamente gli somiglia).

Si tratta di un assurdità clamorosa totalmente inventata. Derek Chauvin si trova attualmente in carcere ed è accusato di omicidio volontario.
Ben Bailey, l’attore protagonista di decine di film invece non ha nulla a che vedere con la morte di George Floyd, che purtroppo è deceduto realmente.
Ci casca anche Alessandro Meluzzi
Anche Alessandro Meluzzi ha rilanciato su Twitter questa bufala complottista, scatenando la reazione della rete:
— Alessandro Meluzzi☦️🇮🇹 (@a_meluzzi) June 11, 2020
In tanti fanno notare a Meluzzi che si tratta di una bufala, per altro facilmente verificabile, ciò nonostante il tweet non è stato rimosso ed è attualmente visibile on line.
Secondo il popolare sito di fact checking NewsGuard quello di Meluzzi è fra i 16 account italiani “super-diffusori” di bufale e disinformazione.
Cos’è il False Flag la teoria amata dai complottisti
La morte di George Floyd per i teorici del complotto sarebbe un “False Flag” ossia un operazione falsa simulata per scatenare disordini negli Stati Uniti.
L’espressione inglese false flag, in italiano operatività sotto bandiera falsa, indica una tattica segreta condotta nell’ambito di operazioni militari o attività di spionaggio, condotte in genere da governi, servizi segreti, e agenzie d’intelligence, progettata per apparire come perseguita da altri enti e organizzazioni, anche attraverso l’infiltrazione o lo spionaggio di questi ultimi. L’espressione inglese significa letteralmente “bandiera falsa”: l’idea è quella di “firmare” una certa operazione per così dire “issando” la bandiera di un altro stato o la sigla di un’altra organizzazione, attribuendole quindi la responsabilità dell’azione svoltasi.
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