Si pensa che questo sia dovuto alla forte presenza in Italia di diverse etnie che vedono nella propria cultura il gatto come un comunissimo animale da mangiare, al pari di vacche e agnelli. Forte approvazione arriva dall’associazione “Cinesi in Italia”, il cui presidente afferma: “Finalmente anche in questo paese, dove la cucina è tenuta in altissima considerazione, si potrà godere di certe squisitezze.
Su tutte le furie gli animalisti che minacciano scioperi, mobilitazioni, e atti che “potrebbero risultare fuori controllo, e spinti dalla rabbia”.

BUFALA IN VENDITA CARNE DI GATTO ALLA CONAD
Marzo 23, 2017Da giorni circola su facebook questa immagine che “sembra mostrare” una confezione di carne di gatto in vendita sugli scaffali della Conad. La notizia è stata prontamente riciclata da molti siti tra cui LANOZIONE, che ha utilizzato la stessa immagine per questo articolo:
Da Oggi È Possibile Acquistare Carne Di GATTO In Tutti I Supermercati Italiani. È UFFICIALE! È passata la legge che prevede l’inserimento del gatto tra gli animali commestibili. Usanza molto antica e sviluppata in Veneto, la cultura del mangiare gatti ha ripreso spazio in Italia, e sono molte le persone che quotidianamente ne consumano la carne. Da oggi, per seguire questa tendenza, l’Italia si è adeguata con una legge che ne prevede la commercializzazione per tutte le cucine d’Italia.
In realtà si tratta di un fotomontaggio. Quella nell’immagine non è una vaschetta di carne di gatto bensì di coniglio. Effettuando una ricerca in rete utilizzando la funzione “ricerca immagini di Google” (clicca qui per scoprire come fare) si risale all’immagine originale ovvero questa qui:
Come si può notare è stata modificata solo la dicitura “coniglio” sull’etichetta a sinistra e quella “coniglio intero cpo” sull’etichetta di destra.
In Italia la carne di gatto non è commercializzabile per legge, il nostro paese infatti in quanto membro dell’Unione Europea, attua il divieto di commercializzare carne di gatto e di conseguenza ne vieta la vendita al dettaglio.
Sembra che il fotomontaggio sia stato diffuso in rete come “esperimento sociale” per sensibilizzare gli utenti circa la macellazione degli animali.