
BUFALA – IMMIGRATO SENZA BIGLIETTO SUL FRECCIA ROSSA. TRENITALIA: “E’ FALSO”
Febbraio 14, 2018Il post di Luca Caruso sull’uomo di colore senza biglietto sul freccia rossa, senza soldi che parlava al telefono con uno smartphone costoso, racconta una storia falsa. A rivelarlo è lo stesso controllore di Trenitalia tirato in ballo nel post in questione.
La donna responsabile del controllo biglietti su quel treno ha dichiarato che:
“Il ragazzo nero al centro della vicenda era invece provvisto di biglietto valido”. Lo conferma la relazione del capotreno, che spiega di aver trovato il passeggero in possesso di un titolo di viaggio non valido, ma poi, portato nella cabina in un secondo momento, ha esibito un “titolo di viaggio cartaceo valido per il treno” su cui viaggiava.
La relazione presentata dal capotreno e resa pubblica da Trenitalia è questa:
Il post in questione però, che viola la privacy dell’uomo ritratto in foto, sta facendo il giro del web generando una gogna mediatica senza pari nei confronti di un innocente. Nella foto il volto dell’uomo è ben visibile e nel post Caruso scrive:
“Il signore in foto di cui non mi interessa di nascondere la fisionomia si è seduto accanto a me, senza alcun bagaglio”
L’uomo in questione in realtà aveva solo sbagliato il biglietto da mostrare, cosa che accade spesso a chi viaggia frequentemente con i treni, e la difficoltà di comunicazione ha fatto il resto.
Dopo che Trenitalia attraverso il suo portavoce ha smentito l’accaduto il post di Luca Caruso è stato rimosso, come segnala anche questo articolo di valigiablu.it:
Nell’articolo si legge:
Ieri mattina Luca Caruso, un passeggero diretto da Roma a Milano, ha pubblicato sul proprio profilo Facebook una foto visibile a tutti gli utenti del social network, accompagnata da un lungo testo in cui raccontava un episodio a cui aveva assistito durante il tragitto. La fotografia ritraeva un ragazzo nero immortalato nel momento in cui la capotreno stava chiedendo il titolo di viaggio.
(…)
Un post che è diventato in pochissime ore virale e che sin da subito ha portato al linciaggio pubblico non solo della persona fotografata, ma virtualmente di tutte le persone immigrate nel nostro paese, scatenando sentimenti di odio e commenti razzisti e violenti.
La storia risulterà falsa come vedremo, ma il punto non è quello quanto piuttosto questi atteggiamenti apertamente razzisti che alimentano odio e ostilità verso “l’altro”. Anche se la storia fosse stata vera, quel post, le intenzioni di quel post, i commenti che ha scatenato – senza alcuna moderazione – vanno stigmatizzati e respinti, è stata sdoganata una forma aperta e quasi autocompiacente di razzismo di cui come società dobbiamo farci carico e che dobbiamo contrastare con ogni mezzo.
fonte: https://www.valigiablu.it/facebook-treno-razzismo-biglietto/
Licenza cc-by-nc-nd valigiablu.it
L’autore del post ha più volte modificato il tiro, man mano che i commenti degli utenti gli segnalavano incongruenze nella sua tesi, come raccontato in questo articolo del Il Post.it:
Caruso spiegava poi che il suo non era «un post razzista», ma poco dopo associava l’episodio del treno a quanto accaduto a Pamela Mastropietro a Macerata, la ragazza «barbarizzata e vilipesa da gente che senza diritto e senza motivo ha varcato l’uscio di casa nostra, perché la porta era ed è spalancata. Senza regole. Senza alcuna sicurezza».
Caruso ha modificato più volte nel corso della giornata il suo post rendendo più sfumate alcune frasi e coprendo parzialmente il viso del ragazzo nero. Nel frattempo il post era diventato virale, ricevendo migliaia di commenti soprattutto razzisti. C’è anche chi ha però fatto notare che se l’uomo non aveva il biglietto la capotreno avrebbe potuto farlo scendere alla fermata successiva, cioè a Bologna, e che in mancanza dei documenti e del biglietto sarebbe stata avvertita la polizia ferroviaria.
Caruso ha iniziato a rimuovere i commenti di chi segnalava questo tipo di incongruenze, compresi quelli postati da Valigia Blu che ha contattato Trenitalia e ottenuto
la relazione ufficiale della capotreno, che smentisce completamente la sua versione:«Mentre effettuavo la controlleria a bordo del treno 9608 di oggi 12 febbraio 2018, un passeggero mostrava un titolo di viaggio non valido per il treno in oggetto. Scopro che non parla italiano e parla un inglese molto stentato. Gli comunico il prezzo da pagare per la tratta Roma-Bologna, mi fa capire che non ha soldi e insiste nell’indicarmi il titolo di viaggio in suo possesso; successivamente, gli chiedo le generalità e un documento. Scoprendo che era sprovvisto di documenti, gli chiedo di seguirmi nel vestibolo, per la sua privacy e per tutti gli accertamenti del caso. Nel vestibolo, dopo ulteriore richiesta di documento, tirava fuori un titolo di viaggio cartaceo valido per il treno 9608. A quel punto, chiarita la posizione del cliente, ho proseguito la mia attività di controlleria».
Alla fine, Caruso ha rimosso il post.
Nel frattempo però il linciaggio mediatico era già partito.