Il governo manda i NAS a Mantova per far chiudere il reparto di terapia al plasma perché vuole il vaccino di Bill Gates? No, in rete circola l’ennesima teoria del complotto. Ecco cosa è accaduto davvero.
Circola suoi social un composit fotografico con delle immagini di carabinieri in un ospedale e sotto una scritta complottista in cui si legge:
Il governo manda i NAS a Mantova per far chiudere il reparto di terapia intensiva al plasma. Qeullo dove si guarisce in 48h. Vuole il vaccino di B.Gates
Il reparto di terapia intensiva al plasma non è stato chiuso, non c’è stata alcuna visita dei NAS e da dove salti fuori il fantomatico vaccino di Bill Gates non si sa. Il reparto in cui si sta sperimentando la cura ai pazienti affetti da corona virus con il plasma dei guariti è operativo ed “il governo” non ha mai ordinato di chiuderlo.
Il 3 Maggio la Gazzetta di Mantova pubblica questo articolo in cui si riporta della richiesta di informazioni da parte del Nucelo Anti Sofisticazioni sulla somministrazione della terapia al plasma ad una donna incinta non inclusa nel protocollo, poi guarita.
Dalla struttura ospedaliera è arrivata puntuale la risposta, spiegando alle forze dell’ordine che “tutto era in regola” chiarendo che alla donna la terapia era stata «Somministrata fuori protocollo in ambito compassionevole», modalità prevista del decreto legge 18/2020.
I NAS A MANTOVA?
Come riportato in questo articolo il Direttore Generale Raffaello Stradoni ha precisato che non vi è stata nessuna perquisizione, nessuna chiusura ne alcun sequestro di cartelle cliniche. Si è trattato unicamente di una telefonata in cui sono state chieste informazioni sul caso.
La storia del governo che manda i NAS a Mantova per chiudere il reparto e favorire “il vaccino di B.Gates” è totalmente campata in aria.
I NAS A MANTOVA
Come ripetiamo spesso una foto con una scritta non è una notizia, ma qualcosa che può fare chiunque.
MANTOVA. «Se qualcuno crede di scoraggiarmi, non ci riuscirà». La frase nel post pubblicato dal dottor Giuseppe De Donno sul suo nuovo profilo Facebook (il primo non gli concedeva più amici arrivati ormai al limite, ndr) ha messo in fibrillazione il nutrito esercito dei suoi sostenitori, soprattutto coloro che credono nella plasmaterapia portata avanti dal primario della pneumologia del Poma insieme al collega Massimo Franchini e in stretta collaborazione con il San Matteo di Pavia, ospedale capofila della sperimentazione.
Ma che cosa avrà voluto dire il doc più social del Poma, ormai diventato il portavoce in camice bianco dell’Asst di Mantova e dei risultati ottenuti in questi primi due mesi di emergenza sanitaria? Alcuni hanno letto in quella frase la recente schermaglia avuta con il virogolo di fama nazionale, Roberto Burioni, che sempre attraverso i social aveva scritto che era presto per cantare vittoria sul plasma, che bisognava attendere il risultati dell’analisi finale e che la terapia era vecchia di almeno un secolo. De Donno aveva risposto a Burioni immediatamente con un’alzata di spalle e sottolineando che lui sarebbe andato avanti per la sua strada.