“Bomba di ossigeno nei polmoni”, la bufala della relazione peritale che non esiste.

Ottobre 24, 2021 Off Di Redazione

Una schermata anonima non è una notizia ed il rischio che si tratti di una bufala è altissimo. Non esiste alcuna relazione peritale del Tribunale di Bergamo che riporta di una “bomba di ossigeno” sparata nei polmoni dei pazienti intubati in terapia intensiva. Una vera e propria bufala complottista che insinua che i malati di covid ricoverati negli ospedali di Bergamo siano stati uccisi da questa pratica e non dal Corona virus.

Questa è la schermata anonima che circola in queste ore sui social:

Nello screen shot che simula un tweet (ma le dimensioni e la tipologia del carattere utilizzato rivelano che si tratta di un fotomontaggio) sono riportate solo una data e un orario, ma non il presunto autore. Anche la foto sembra essere stata sovrapposta ad un altra immagine preesistente, osservando gli angoli in alto infatti, notiamo che questi non corrispondono al bordo nero sottostante.

Nel testo si legge:

<< Li sedavano affinché potessero essere intubati. Poi sparavano una bomba di ossigeno, ed i polmoni, intasati dai trombi, scoppiavano.>>
Tribunale di Bergamo, estratto da relazione peritale.

I trombi non si formano nei polmoni

Lo stesso Tribunale di Bergamo, contattato da Facta, ha dichiarato che questa relazione peritale di dominio pubblico non esiste. Anche il testo presenta delle inesattezze piuttosto evidenti, i trombi infatti sono coaguli del sangue che si formano nelle vene o nel cuore, ma non nei polmoni.

Sulla foto che mostra delle persone con una tuta anti covid caricare una bara su un camion militare, è stata aggiunta la scritta “Crimini di Stato”. E’ piuttosto evidente la volontà di alimentare odio social in un periodo come questo, che ha già visto episodi di violenza nelle piazze in occasione della recente manifestazione no green pass a Roma.

Non è la prima bufala che sfrutta l’immagine dei camion che trasportarono le tante bare di Bergamo nel periodo più grave delle pandemia, come ad esempio la bufala sulle presunte finte bare che sarebbero state in realtà quelle di una foto scattata a Lampedusa.

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